03/11/06

Un giorno qualunque

Non è molto carina, anzi ...! Guardandola sembra molto, ma molto più anziana di quel che poi è. I primi anni che lavorava da noi era veramente enorme, stava seduta senza muoversi e mangiava, mangiava. Lavoro ... lasciamo perdere ...! Non dovrei dirlo, ma in certi momenti ho nutrito qualche dubbio anche sulla sua pulizia ... Le sue forme non sono migliorate di molto da quando, a seguito dell'operazione di riduzione dello stomaco, ha perso qualche chilo, venti? Eppure sta in pantaloni e vista di profilo ricorda certe illustrazioni africane. Cammina dondolando come se, per riuscirci, sfrutti l'inerzia. Ogni tanto le do un passaggio all'uscita da scuola, abita poco più su, nelle case popolari, e così ho appreso qualche particolare della sua vita ... suo marito che sta male ... il figlio ...., ma per farlo ho dovuto superare un certo fastidio, un non so che di lieve ripulsa che lei mi causava ... Qualche giorno fa è entrata in segreteria per chiedere se il 2 novembre saremmo stati aperti o chiusi. Alla notizia che la scuola, comunque, era aperta ci ha detto in tono definitivo che lei si sarebbe presa un giorno di ferie. "Io quel giorno devo andare al cimitero ...". Bè, non era una novità, lo fanno tutti, pensavo ... Non immaginavo proprio niente di quel che avrebbe detto dopo, usando il suo colorito linguaggio! Si è voltata verso Rosethel e le ha detto: "Non c'è dolore più grande del perdere un figlio, signora, Lei mi scusi se dico questo, non si offenda". Allora sono intervenuta perchè non fosse toccato un punto già tanto dolente, e per evitare eventuali indelicatezzei ... Ma lei ha continuato a raccontare, e così abbiamo appreso come quel giorno vada al Cimitero dal mattino fino a quando imbrunisce. "Quel giorno non mangio e non bevo neanche un filo d'acqua", e "quando ritorno a casa non mi reggo in piedi e vado dritta dritta a letto", già, ed io pensavo che abita qua sopra e andare fino al cimitero con l'autobus è un viaggio, al ritorno non ne parliamo, e salirci deve essere per lei già una fatica. Così parlando ci ha raccontato di sua figlia, come è morta, che aveva dieci anni, che ne son passati ventisette da allora, e che fino a che ne avrà forza continuerà a fare quel che fa adesso .... Ed io l'ascoltavo, la guardavo, sempre più presa da questo improvviso squarcio dentro la sua vita ... Diceva ..., diceva queste cose con forza, con determinazione, e questo, insieme alla storia che raccontava, era coinvolgente molto di più che se avesse parlato in modo pietistico. "Lo faccio da sempre e lo farò finchè muoio ... quando i bambini erano piccoli mio marito mi diceva, ma dove vai!? ... ci sono i bambini ... ma io gli dicevo: la bambina è LA' ... e non c'è festa, non c'è Natale, non c'è Pasqua, se prima di tutto non vada da lei, e le parlo, le chiedo ..., poi posso pensare a tutto il resto, il pranzo, la festa ...". "Guardi che io a mio marito ci voglio proprio bene, assai, assai .... " ed ha aggiunto che di notte si sveglia spesso per toccarlo, per sentire se sia vivo, e lui s'infastidisce nel sonno ... "Senza di lui non potrei vivere, non so come farei, ma i figli ... ".
Una rivelazione inimmaginabile, ecco! Stai accanto ad una persona, la vedi ogni giorno, ti fermi alla sua apparenza, magari ai suoi difetti ... poi un giorno parla e ti si rivela un mondo!!!
Quante occasioni perdute, quindi. Quante possibilità di approfondimento sono attorno a noi! Dobbiamo solo accorgercene, parlare con chi ci sta accanto ... e cadono i muri ...
Ognuno di noi è veramente infinito ....