08/10/12

gita nel paese delle scale - I parte

ma anche della "scala" senza s maiuscola ... Tempo fa, diciamo un bel po' di anni, mi fu affidato al lavoro l'incarico di riordinare la biblioteca, caricando, su di un programma specifico, tutti i volumi a quel momento esistenti. Un bel lavoro, intenso, anche fisicamente, sali e scendi, scendi e sali dalla scala ... ma in ottima compagnia! i libri ... Era un periodo un po' conflittuale tra colleghi, come capita a volte. Al lavoro ho visto periodi, od ere, di tutti i generi. Alla fine, per fortuna, avevamo conquistato una certa serenità. Frutto della convivenza, dell'esperienza, del graduale ridursi in pochi che sicuramente è di aiuto, anzi in poche, tutte donne e dell'affetto che nel tempo è maturato! Ma in quel momento il potere stare un po' ritirata in un ambiente silenziosissimo era veramente un'ottima medicina. Così, nell'inserire i libri nel programma, titolo, autore, casa editrice, n. di inventario, sono scorsi tra le mie mani tutti, dicasi tutti, i libri della nostra biblioteca. Libri consunti, usati fino allo stremo, ridotti anche a fogli volanti, vissutissimi, evidentemente prestati decine e decine di volte. Libri specifici d'indirizzo, gli aerei, la loro storia, la tecnica del volo, e via così e libri assolutamente mai toccati. Nuovi, tremendamente, drammaticamente nuovi! Dimenticati, anzi non notati, privi del benchè minimo interesse per tutta la nostra popolazione scolastica. E poi nel mezzo tanti romanzi d'autore, usati una o due volte, di gran successo solo alcuni, tipo i gialli, i libri di viaggi. Tra i libri mai, assolutamente mai aperti, tranne che da me in quell'occasione, c'era una enciclopedia sulla storia della Sicilia. Una bella collezione di vari volumi, con bellissime illustrazioni, fotografiche e no. Ricca ed approfondita. Una miniera d'oro! Quasi quasi ora me la faccio prestare, un volume alla volta! E così sfogliandola a saltare, un po' quì, un po' lì, mi è caduta l'attenzione su di una foto in bianco e nero riccamente scenografica grazie alla scala che vi faceva da ambientazione. Sul momento ho letto il nome del posto ma poi, col tempo, mi è uscito di mente. Non però la memoria di quella foto! Mi è rimasta nel cuore ed ogni tanto, pensandovi, mi son chiesta se mai sarei riuscita a vederla dal vivo. Sì lo so che una foto "isola" elementi altrimenti confusi tra tante suggestioni, e così amplifica il loro effetto, ma io quella scala la volevo vedere e fotografare! Questo sabato, di getto, ho proposto a Fil di fare una passeggiata a Leonforte. Lui, che lo prendo sempre alla sprovvista, con tutte le mie iniziative e tutti i miei desideri, m'ha chiesto impreparato e sorpreso: perchè giusto a Leonforte? "Ci siamo mai stati? c'è una bellissima fontana ..." E per vincerlo gli ho fatto vedere la foto di questa antica fontana, e per aggiunta la storia delle origini del paese. La storia dei "Branciforti" casata fondata da Carlo Magno per premiare un alfiere che mentre portava il vessillo e per difenderlo aveva avuto tagliate tutt'e due le mani e lui, non vinto, aveva continuato a stringerlo tra le braccia ... ecco da qui il branchi forti. Siamo andati, noi ed una figlia, la giornata era splendida, luminosissima e limpida. La strada è di poco più di un'oretta ma passa piacevolmente nel guardare il paesaggio che scorre, mutevole, davanti gli occhi. Poi la Sicilia di fine estate, così tutta gialla, col cielo azzurrisssimo, è uno splendore! La amo tanto! Siamo arrivati e siamo andati dritti alla fonte che si trova ai piedi del paese, che, poi, si alza inesorabilmente tra stradette e scale e scalette. La fonte è una visione, ma proprio! una Gran Fonte proprio come è chiamata. Una fonte, ma anche una serie di finestre sulla vallata ai suoi piedi. Da dove la guardi guardi ci sono giochi prospettici e geometrici e chissà che cosa è nel trascolorare della luce! I colombi la fanno da padroni lì, come in tutto il paese, e come ci si divertono a volare tra le arcate. E poi c'è l'acqua e la sua musica ... Che contrasto con la terra riarsa che occhieggia lì sotto! Poi siam saliti, a piedi!!! Tra le scale. Lasciandone una e prendendone poi subito un'altra. Molte casette abbandonate. Certo, ormai vogliamo tutti una vita più comoda e lì con l'auto mica ci arrivi ... Ho immaginato le persone che invece vi hanno vissuto nei secoli andati! Vedi che comodità la gran fonte con tutta quell'acqua per bere, cucinare e pulire i panni lì proprio ai propri piedi. Che vuoi che fossero quei pochi gradini per chi c'era abituato... E salendo salendo abbiamo raggiunto l'abitato, abitato davvero! Il palazzo Branciforti il cui giardino ora è il giardino comunale, cosa che ha fatto ridere Martina! Perchè probabilmente hanno sfruttato l'unica parte piana del paese di allora ed è come una grande terrazza alberata affacciata sulla valle. Certo è un Giardino pubblico piccoletto ... Il paese era in animazione per la fiera della pesca settembrina di Leonforte. C'erano le bancarelle e così abbiamo assaggiato qualcosa cucinato dai ragazzi del Liceo. Ogni classe una bancarella differente. e Poi quelle degli artigiani, dei produttori ... Chiaramente tra l'altro c'erano anche le rinomatissime cassatelle di Agira, un paese lì vicino. S'era fatta l'ora di pranzo e così ci siam seduti ad un locale sul semplice ed accogliente. Il gestore ogni volta che usciva quasi abbracciava Filippo per confortarlo dell'attesa :)) Era affetttuosissimo come modi, proprio caloroso e, del resto anche il mio piatto, un antipasto misto, era fatto, come ha detto mia figlia, con molto amore! Insomma abbiamo mangiato, chiacchierato preso il caffè ed io essendo ormai alla fine, ho spostato lo sguardo, così, pigramente.. C'erano nella piazza gli stand dei produttori della pesca che deformavano un po' la visione d'assieme coprendo parte dei palazzi circostanti che si svolgevano in modo circolare tutt'attorno alla piazza. Guardo quì, poi di là, vedi che caso in un palazzo un grande ritratto del Beato Newman, un pensatore convertitosi già religioso protestante al cattolicesimo, che cosa curiosa che ci fosse lì un circolo dedicato a lui ... Sposto lo sguardo ancora ... registro che è una scala, sì, tra i palazzi, una scala interessante che da piano terra mette in comunicazione con una strada lì in alto. Bella questa scala, particolare, peccato se ne veda circa metà, tutto il resto dietro il palco ... che bel disegno la ringhiera, primo novecento, ingentilisce il movimento ... ma! ma è la mia scalaaaaaaaaa!!! ................................ Sono rimasta sbigottita! ma guarda che caso! Potevo anche non vederla pur essendo lì, mica è così evidente messa lì!!! mica c'erano le frecce!! Chiaramente sono andata a fotografarla ma a metà !!!

3 commenti:

Erasmo ha detto...

Complimenti davvero per le foto in bianco e nero!

Pupanna ha detto...

grazie!!! :)

Rosaspina ha detto...

Sai, la foto della fonte mi ha richiamato alla memoria quella dellle 99 cannellle . . . all'Aquila! :-)

Ciao, Fior