14/12/07

un altro Natale

I bambini spesso erano già a cena quando lui arrivava portando con sè il freddo delle strade. Ecco, avevano suonato alla porta! E loro si precipitavano, ovunque fossero. Entrava e con lui entrava un inconsueto forte odore che sapeva di selvatico, frammisto a un che di vino ... sì era arrivato! Era arrivato il ciaramellaro!! Per lei era un momento speciale, lui era proprio differente da tutte le persone che costituivano la sua vita. Era forse per questo che se lo studiava con tanta attenzione, in silenzio, come se ogni volta fosse la prima: le scarpe pesanti, i pantalonacci, la giacca un pò lisa, le grosse mani indurite, la faccia simpatica con le guance rosse rosse, e ... la ciaramella! Che cosa misteriosa!! Poterla toccare!! E l'accarezzava di nascosto con prudenza, che morbida ! Ma come funzionava, come faceva ad emettere quei suoni ?! E lui come era abile, come muoveva quelle dita ... Ora entrava insieme agli altri nella stanza della nonna dove, sui due comò ai piedi del letto congiunti da una lunga tavola, stava il Presepe a mò di baldacchino. Era grandissimo, quasi infinito! Tutta la parete alla sinistra ne era occupata ed era arricchito da una stoffa pesante tipo broccato che copriva tutta la parte inferiore e ricadeva anche dall'alto a pieghe ordinate dando a tutto un aspetto ricco ed accurato. Opera della mamma che messa lì, sulla scala a forbice, agli ordini della nonna, aveva penato a portare a termine quel gran lavoro. La guardava lavorare, specie i primi anni, con curiosità mista a gioia per l'attesa, per la novità. Più tardi ne avrebbe capito la fatica ... I cugini più piccoli arrivavano a mala pena al livello del Presepe, ma stavano tutti lì, raggruppati da presso, a guardare la mamma, così paziente, e la nonna, intente ad accendere le piccole candele sparse ad illuminare la scena. Allontanatevi che vi bruciate!! E tutti facevano con dispiacere un passo indietro ma, dopo un minuto, erano di nuovo lì. Era troppo attraente guardare le piccole fiammelle che si levavano ondeggianti ad illuminare quel poco di spazio circostante, le ombre tremule, i colpi di luce sulle faccine dei pastori. Lei guardava le luci del Presepe e le luci negli occhi intenti ed affascinati dei fratellini e dei cuginetti. Tutto era pronto e, spenta la luce elettrica,l'attesa era grande ... Qualche preghiera, la mamma che intonava "Tu scendi dalle stelle" seguita da tutti, il suono caratteristico dell'uomo che soffiava dentro lo strumento e ... cominciava la musica ...

7 commenti:

merins ha detto...

quando ero piccina il mio papà faceva venire sempre 'u ciarameddaru per suonare davanti al presepe...non cè niente che rimpiango più acutamente del non poter fare lo stesso con i miei figli...sarà per questo che mi piace cantare la novena siciliana

Anonimo ha detto...

ti capisco troppo bene ...
Qunado ne ho incontrato uno tempo fa l'ho subito proposto a Fil ... lui m'ha guardato in un modo che m'ha fatto passare il desiderio ... ma che avevo detto?!

Anonimo ha detto...

Non solo brava a fare le foto, non solo sarta creativa, . . . mi hai fatto entrare in quella stanza, e con i tuoi cugini, ho fatto un passo indietro . . . e ho risentito il suono, magico, del Natale!
Ciao R

admin ha detto...

Leggendo questa storia, la prima cosa che mi è venuta in mente è il suono della "ciaramella".
Ed effettivamente non posso non associarlo ad una esperienza di molti anni fa, quando mio padre, inviatava "u ciarameddaru",nella sua libreria, che suonasse per i clienti e per la nostra famiglia.
La cosa più bella dicevo era il suono dello strumento, perché a me sembrava un lamento, quello del bambino Gesù che piangeva nella mangiatoia. Forse per questo anche a me piace la Novena; non ci avevo mai pensato...
Saluti.

Anonimo ha detto...

non conosco questa tradizione, ma da come la racconti doveva essere una cosa favolosa!!!!!
g2r

Anonimo ha detto...

caro Giorgio, le esperienze da bambini hanno, nel ricordo, sempre un qualcosa di favoloso ... :))
ma da voi davvero non esiste o esisteva il ciaramellaro detto anche zampognaro?

ciao

Anonimo ha detto...

lo si incontrava per strada, certo, e qualcuno lo si incontra ancora, però non ricordo che venisse alla porta di casa ed entrasse a suonare qualcosa solo per la famiglia.
una tradizione molto simile a questa è all'epifania, quando gruppi di "pasquaroli" passano per le case e per i locali di ritrovo a cantare la "pasquella", una serie di canti a metà fra il sacro e il profano, tutto condito da fiumi del nostro santo locale, il san...giovese.
rientro ad orari non conordati...