28/04/08

una casa senza finestre

quella è l'unica apertura della casa Vedendoli la prima volta, si trovavano al supermercato,un pensiero ... ma che brutti! Lui, lei, proprio brutti, forse i più brutti mai visti ... Ma poi ripensandoci veramente si può avere un primato di questo genere? E in base a quale scaletta, quale canone? e CHI lo stabilisce ...? Lei, di costituzione media, aveva, un viso tutto storto, come bloccato in una espressione tra sdegnosa e indisponibile, la bocca tutta di un lato. Gli occhi erano nerissimi, pungenti ed insieme con un che di ovattato. Un controsenso, come se guardassero attraverso un velo. Lui, invece, aveva un collo sottile e lungo lungo con un esagerato sporgente pomo d'adamo. In cima a quel gambo così fragile e bianco la testa, tonda, che sembrava quasi lo dovesse spezzare per il suo essere troppo pesa. Ma tutto, in lui, era sottile, dilungato, con un'aria fragile un pò malaticcia. Pallido, melanconico ... Probabilmente quella forte impressione era provocata dal loro essere assieme. Come se ognuno facesse da controcanto all'altro, mettendolo in risalto per differenza. Così sgraziati e nel contempo quasi contrapposti. Ma erano assieme. Questo pensiero non poteva non scaldare il cuore. E così poteva succedere di nuovo di vederli, a piedi, in giro. Ecco la loro casa. Una casa terrana come tante, abitate ancora da tanti. Modesta, povera e posta in una assurdo punto della strada. Unica fonte di luce nella porta d'ingresso una finestrella e così, d'estate, capitava fosse spalancata ... Un piccolo moto di piacere vedere che lei si andava arrotondando e poi, qualche volta, tempo dopo, mentre spingeva un passeggino. Sì, un bambino, come tutti. Poi ancora un altro. Una bambina. Una famiglia. Ed eccoli sotto gli occhi dei passanti, seduti sul gradino della porta. Il bambino e la sorellina. Attorno le macchine che sfrecciavano incuranti, sempre più numerose, sempre più veloci, sempre più pericolose. Impossibile vederne il viso. In quel punto non ci si può proprio fermare. Loro ci vivono. Sbagliato temere per loro, augurarsi che non fossero ... brutti ...!? Ma che cosa ... ? Che cosa ...! Non erano loro stessi con il loro esserci il segno di come la vita sia sempre e comunque vita? E che per vivere, per continuare a vivere, non sia necessario essere quello che non si è ... E che per essere felici non sia necessario, anzi indispensabile secondo certe mentalità, cambiare qualcosina. Sarebbero veramente proprio davvero tanti ad essere destinati alla infelicità. Diciamo tutti ? Il tempo è passato. Vivono ancora nella stessa casa. Sono ancora lì ... Eppure sicuramente ne vorrebbero una migliore ... proprio come tutti vorrebbero quel qualcosa che .... L'altro giorno il ragazzo era davanti casa, motorino, scarpe sportive, simile ai tanti altri del quartiere. Ha dato un colpetto alla porta di casa ed è spuntato, dietro il vetro, il volto della mamma ...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che bella riflessione.
tenera, affettuosa e insieme profonda!!!!!!!
non è certo solo con le foto che riesci a leggere oltre l'apparenza.

Pupanna ha detto...

sei sempre troppo buono ... quel che vedi ce l'hai dentro ....
grazie

Pupanna ha detto...
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